secondo estratto

Secondo estratto dal capitolo terzo di
"LA QUIETE INDECENTE. Una storia gotica fra Venezia e i Carpazi" 


Lettera di Bartosz Kowal a Jeronimus Von Aschen
1 Marzo 1897
“Mio caro Maestro,
da pochi minuti mi trovo finalmente all’interno della mia stanza al secondo piano dell’immensa residenza Michalczewski, dove Ireneusz mi ha fatto accomodare. Ancora non ho conosciuto alcun membro della famiglia.
Il bagaglio giace ancora lí chiuso, la stanchezza del viaggio mi avvolge la mente: eppure non potevo non obbedire all’impulso di scrivervi subito!
Sicuramente riterrete la mia sensazione veritiera, e non la giudicherete frutto di suggestione: sin da quando, dalla carrozza, scorsi i tetti aguzzi di questo edificio mescolarsi alle cime degli alberi secolari, intuii che qui dentro si nasconde qualcosa di terribile; in questa casa si consuma un orrore indicibile, un dolore che vegeta soffocato. Nella selva buia la residenza Michalczewski si staglia bianca ed algida, come le donne dell’Est. E proprio il suo candore le conferisce quel qualcosa che la rende più oscura dell’oscuro, più tenebrosa del bosco dormiente all’intorno.
Troppi elementi si sono susseguiti durante il viaggio: incontri, altre visioni oniriche, turbamenti di cui vi riporteró a viva voce i particolari, poichè so il peso che voi e solo voi date a questi eventi. E vi confesseró che persino io ero scettico a riguardo.
Tuttavia: sinora si tratta solamente di sensazioni, nessun dato certo.
Domani conosceró Aurelia Michalczewska, e finalmente potró dare conferma o meno a tutte le mie suggestioni. Potró capire se esse rappresentino i vari pezzi di un unico puzzle. Alberga in me, comunque, il vago presentimento che non sará lei, Aurelia, la principale fonte delle mie inquietudini."

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